Da "corriere.it" del 5 marzo 2021
Priscilla e le ruote tagliate nel posto disabili: «Ora bucatemi anche la carrozzina»
La studentessa 26enne ha trovato l’auto vandalizzata due volte in 4 giorni: «Allora ho parcheggiato me stessa». La sua protesta per difendere un diritto: il suo posto auto per disabili. «Non mi arrendo»
L’auto, sua mamma l’ha nascosta. Per paura. Servirebbe sotto casa, di fronte al portone.
E invece ogni notte, da qualche giorno, la lascia lontana, dove nessuno può riconoscerla, quasi fosse un tesoro. Meglio però qualche minuto in più speso a recuperarla, che rischiare altri danni. Per due volte in neanche una settimana se l’è ritrovata con le gomme squarciate. «Hanno vinto gli incivili», è stata la prima reazione di Priscilla Losco, quasi istintiva.
Ma è stato un attimo. Perché Priscilla non ha nessuna intenzione di arrendersi.
Ventisei anni, studentessa all’ultimo anno di Linguaggi dei media alla Cattolica, il sogno di diventare giornalista («ma sto cambiando idea, forse mi indirizzerò sul marketing»), Priscilla da otto anni è tetraplegica, «paralizzata dalle spalle in giù». Un incidente l’ha lasciata su una sedia a rotelle. E in questo pezzo di Milano che quotidianamente si fa la guerra per un parcheggio, che vive come un «privilegio» o un fastidio un posto auto per disabili, lei preferisce provare una rivoluzione dolce: «Voglio sensibilizzare, non arrabbiarmi — dice —. Spero che chiunque sia stato, possa capire il grosso disagio che mi ha creato».
Via Pacini, zona Piola. Sono appena passate le 13. Il traffico è sostenuto. Ci sono i cantieri. C’è il consueto caos per il mercato. Fino a qualche tempo fa c’erano gli studenti del Politecnico che sciamavano su e giù dalle scale del metrò. Oggi resta ancora, invece, il via vai continuo di chi lascia la macchina un po’ dove capita, in qualsiasi angolo libero, anche solo per il tempo di una commissione.
Priscilla è da tre ore là, a presidiare il suo posto disabili con contrassegno che ha richiesto al Comune. «Ho deciso di parcheggiare me stessa». Poche strisce gialle che per qualcuno rappresentano un bottino in un quartiere frenetico. Ma che per lei sono un piccolo aiuto in una quotidianità faticosa. «Tre giorni a settimana devo andare in ospedale. Per me tutto è difficile, ogni giorno affronto un ostacolo, una sfida. Soprattutto è faticoso per mia mamma, che mi è sempre vicina», racconta. Neanche il tempo di citarla, ed eccola arrivare: le lascia un panzerotto, le chiede se è tutto ok, si raccomanda, le fa forza.
Priscilla si giostra tra mascherina, cellulare e quel tablet sulle ginocchia con cui sta seguendo le videolezioni. È determinata ad andare avanti con il suo picchetto.
Qualche passante si ferma, legge i cartelli («Tu che mi hai bucato la macchina 2 volte in 4 giorni nel mio parcheggio disabili, vuoi bucarmi anche le ruote della carrozzina?»), si informa. Lei sorride. Spiega: «Ho sporto denuncia, mi hanno suggerito di chiedere l’autorizzazione per mettere le telecamere». Intanto, spera che tra i curiosi ci sia l’anonimo sabotatore. «È successo sempre solo alla mia auto: sarà qualcuno della zona», è il dubbio: «Forse questo mio diritto ha dato fastidio, forse qualcuno che ha preso la multa. Ma di questo parcheggio farei volentieri a meno.
Comunque, non mi arrendo».